Museo di storia patria dei Nebrodi “S. Franchina”

Realizzato nel 1998, raccoglie e custodisce gli attrezzi e i prodotti della civiltà agro-pastorale e artigiana del territorio nebroideo. Lavori eseguiti da maestri del bronzo, del ferro, della pietra, che diventano patrimonio culturale.

Museo-Fonderia campane “Trusso”

Unica tra le antiche rimaste in Sicilia, costruita nell’ultimo decennio del sec. XIX, costruzione compatta in muratura, che occupa una superficie di circa 12 metri quadri. L’impianto fonderia appare di forma troncoconica su base quasi ellittica, essendo costituita dalla “cammara du focu” (camera di combustione), con base a forma di mezzo cerchio e volta leggermente schiacciata, e dal contiguo “furnu” (camera di fusione), di forma semisferica, anch’essa a volta schiacciata, ricavato su un piano leggermente più basso. I due ambienti, separati da una parete di mattoni di poco spessore, comunicano per mezzo di un orifizio triangolare di base 60 centimetri.

La camera di fusione ha altri tre orifizi di opportuna grandezza: attraverso il primo, alto sul pavimento, si immettevano rame, stagno e rottami di bronzo; dalla parte opposta e poco più in alto, vi è lo sfiatatoio; infine, opposto allo sfiatatoio vi è il colatoio che portava il metallo fuso in una cavità, il “bacile” di argilla, terracotta o pietra, esterno alla costruzione: il metallo fuso passando attraverso colatoio e “bacile”, dove si completava l’amalgama e era possibile, al passaggio, l’eliminazione di eventuali scorie, scendeva e si depositava nelle forme, interrate in una fossa. La costruzione è in mattoni di argilla cotti in fornace, solidamente murati con argilla rossa, preparata accuratamente e priva di scorie. Le forme delle campane venivano interrate completamente ed erano situate con la circonferenza-base in basso e ricevevano il metallo fuso attraverso i vuoti costituenti la “manichera” (corona) di ciascuna campana. Attorno al forno, struttura principale dell’arte campanaria, sistemati o sparsi per l’ambiente fonderia, tutti gli attrezzi e gli oggetti necessari alla preparazione e alla rifinitura dei manufatti fusi.

Nel giardino antistante si può ammirare una campana fusa nel 1676 mentre altre campane d’epoca precedente (1498) e successiva, si possono osservare nel Museo Etno-antropologico Centro di Storia Patria dei Nebrodi “S. Franchina”.

Mulino Ferrera

Il Mulino Ferrera Costruito nei primi anni del 1600 passò in proprietà al Comune di Tortorici nel 1630, a seguito del riscatto della città dal dominio feudale dei Mastrilli. Rimase in attività fino al 1950. Nel 2009 venne restaurato grazie ad un finanziamento della Unione Europea. Il mulino Ferrera attinge l’acqua dal Fiume Grande a una distanza di circa 500 metri.

Nel 2016 sotto la gestione dell’Associazione Centro di Storia Patria dei Nebrodi, è stato completato l’arredo con attrezzi dell’epoca, arricchendo la struttura con la rimessa in funzione e impermeabilizzazione della Saitta, per dare nuovamente vita alle antiche macine del mulino. Oggi per i gruppi in visita e per le scolaresche è possibile azionare nuovamente le macine grazie alla spinta idraulica dell’acqua contenuta all’interno della Saitta.